Le Sezioni unite civili, pronunciandosi su questione di massima ritenuta di particolare importanza, attesa la frequente ricorrenza del problema e la necessità di offrire una soluzione uniforme, al fine sia di scongiurare il pericolo di colpevoli decadenze a carico delle parti ed al fine di chiarire quale sia il rimedio laddove l’omessa liquidazione sia relativa una sentenza di questa Corte, anche alla luce della novellata previsione di cui all’art. 391 bis c.p.c., con la sentenza 21 giugno 2018, n. 16415, hanno affermato il seguente principio di diritto: [Leggi di più…]
Notifica a mezzo posta, il termine per la costituzione decorre dalla ricezione
Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione (sentenza n. 13452 del 29 maggio 2017), componendo il relativo contrasto, hanno stabilito che, nel processo tributario, il termine di trenta giorni per la costituzione in giudizio del ricorrente e dell’appellante, che si avvalga della notificazione del servizio postale universale, decorre non dalla data di spedizione diretta del ricorso a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, ma dal giorno della ricezione del plico da parte del destinatario (o dall’evento che la legge considera equipollente alla ricezione).
La Cassazione sull’assegno divorzile
Il riconoscimento del diritto all’assegno divorzile postula che il giudice cui sia rivolta la corrispondente domanda accerti che l’istante sia privo di indipendenza o autosufficienza economica (desumibile – salvo altri rilevanti indici nelle singole fattispecie – dal possesso di redditi di qualsiasi specie e/o di cespiti patrimoniali mobiliari ed immobiliari, dalle capacità e possibilità effettive di lavoro personale, dalla stabile disponibilità di una casa di abitazione), sicché, solo ricorrendo tale condizione, potrà procedere alla relativa quantificazione avvalendosi di tutti i parametri indicati, dall’art. 5, comma 6, della L. n. 898 del 1970, come sostituito dall’art. 10 della L. n. 74 del 1987 (condizioni dei coniugi, ragioni della decisione, contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune, reddito di entrambi, durata del matrimonio).
Registrazione tardiva contratto di locazione: sanatoria ex tunc
La Suprema Corte, III sezione civile, con la sentenza n. 10498 del 28 aprile 2017, pronunciandosi in tema di locazione immobiliare ad uso non abitativo, ha ritenuto che la mancata registrazione del contratto, prevista dall’art. 1, comma 346, della l. n. 311 del 2004, ne determini la nullità ex art. 1418 c.c. che, tuttavia, attesa la sua atipicità, desumibile dal complessivo impianto normativo in materia ed in particolare dalla espressa previsione di forme di sanatoria, è sanata con effetti ex tunc dalla tardiva registrazione del contratto.
Favoreggiamento immigrazione clandestina, no alla attenuante del danno di speciale tenuità
La prima sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9636 del 27 febbraio 2017, ha affermato, in tema di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che non è configurabile l’attenuante comune del danno patrimoniale di speciale tenuità in ragione del modesto importo del compenso corrisposto, o promesso, dallo straniero favorito. [Leggi di più…]
Sulla specificità dei motivi di appello
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8825 del 27.10.2016, depositata il 22.02.2017, hanno affermato il principio secondo cui anche l’appello – al pari del ricorso per cassazione – è inammissibile per difetto di specificità dei motivi, quando non risultano esplicitamente enunciati e argomentati i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto o di diritto poste a fondamento della sentenza impugnata, precisando, inoltre, che tale onere di specificità è direttamente proporzionale alla specificità delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata.
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Propaganda elettorale e affissioni sanzionate
La Terza Sezione della Corte di Cassazione (sentenza n. 7680 del 17/02/2017, Rel. Luca Ramacci) ha affermato che, ai fini della configurabilità del reato previsto dall’art. 8, comma 3, l. 4 aprile 1956, n. 212, nella nozione di affissione deve ricomprendersi ogni attività idonea allo scopo, ivi compresa l’utilizzazione di stampati autoadesivi di una lista elettorale, stante il carattere esemplificativo del riferimento al materiale oggetto di affissione contenuto nella norma.
L’uso della PEC nel penale
Una recente pronuncia della Corte di Cassazione, peraltro confermativa di un proprio precedente in materia, ci fornisce un quadro aggiornato dei limiti all’utilizzo della posta elettronica certificata in ambito penale.
La Seconda Sezione della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6320 (ud. 11 gennaio 2017 – deposito del 10 febbraio 2017) ha affermato che è legittima la notifica, effettuata ai sensi dell’art. 299, comma 4 bis cod. proc. pen., inviata tramite posta elettronica certificata dal difensore dell’imputato a quello della persona offesa. [Leggi di più…]
Abusivo contratto a termine nella PA: misura del risarcimento
Decidendo una questione di massima ritenuta di particolare importanza, sulla definizione, la portata applicativa e la parametrazione del danno risarcibile ai sensi dell’art. 36 D.lgs. n. 165 del 2001, e risolvendo un contrasto giurisprudenziale registrato sui criteri di liquidazione da adottare, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 5072 del 15 marzo 2016, affermano il seguente principio di diritto:
Nel regime del lavoro pubblico contrattualizzato, in caso di abuso del ricorso al contratto di lavoro a tempo determinato da parte di una pubblica amministrazione il dipendente, che abbia subito la illegittima precarizzazione del rapporto di impiego, ha diritto, fermo restando il divieto di trasformazione del contratto di lavoro da determinato a indeterminato posto dall’art. 36, comma 5, d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, al risarcimento del danno previsto dalla medesima disposizione con esonero dall’onere probatorio nella misura e nei limiti di cui all’art. 32, comma 5, legge 4 novembre 2010, n. 183, e quindi nella misura pari ad una indennità omnicomprensiva tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo ai criteri indicati nell’art. 8 legge 15 luglio 1966, n. 604.
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