Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8825 del 27.10.2016, depositata il 22.02.2017, hanno affermato il principio secondo cui anche l’appello – al pari del ricorso per cassazione – è inammissibile per difetto di specificità dei motivi, quando non risultano esplicitamente enunciati e argomentati i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto o di diritto poste a fondamento della sentenza impugnata, precisando, inoltre, che tale onere di specificità è direttamente proporzionale alla specificità delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata.
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Propaganda elettorale e affissioni sanzionate
La Terza Sezione della Corte di Cassazione (sentenza n. 7680 del 17/02/2017, Rel. Luca Ramacci) ha affermato che, ai fini della configurabilità del reato previsto dall’art. 8, comma 3, l. 4 aprile 1956, n. 212, nella nozione di affissione deve ricomprendersi ogni attività idonea allo scopo, ivi compresa l’utilizzazione di stampati autoadesivi di una lista elettorale, stante il carattere esemplificativo del riferimento al materiale oggetto di affissione contenuto nella norma.
L’uso della PEC nel penale
Una recente pronuncia della Corte di Cassazione, peraltro confermativa di un proprio precedente in materia, ci fornisce un quadro aggiornato dei limiti all’utilizzo della posta elettronica certificata in ambito penale.
La Seconda Sezione della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6320 (ud. 11 gennaio 2017 – deposito del 10 febbraio 2017) ha affermato che è legittima la notifica, effettuata ai sensi dell’art. 299, comma 4 bis cod. proc. pen., inviata tramite posta elettronica certificata dal difensore dell’imputato a quello della persona offesa. [Leggi di più…]
Fini-Giovanardi di nuovo sotto la scure della Consulta
Con la sentenza n. 94 depositata il 6 maggio 2016, la Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 4-quater del d.l. n. 272 del 2005, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della l. n. 49 del 2006, ha introdotto, esclusivamente in sede di conversione, l’art. 75-bis del d.P.R. n. 309 del 1990, che contiene una contravvenzione per l’inosservanza di misure di prevenzione nei confronti di tossicodipendenti, istituite con la medesima disposizione. [Leggi di più…]
Sulla pregiudizialità della declaratoria di abolitio criminis
In caso di abolitio criminis, poiché tale evento fa venire meno, ancor più che la validità e la efficacia della norma penale incriminatrice, la sua stessa esistenza nell’ordinamento, ogni giudice che sia formalmente investito della cognizione sulla fattispecie oggetto di abrogazione ha il compito di dichiarare, ex art. 129, comma 1, cod. proc. pen., che il fatto non è previsto dalla legge come reato, in ossequio al precetto di cui all’art. 2, comma 2, cod. pen., per il quale nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce reato.
La demolizione disposta dal giudice penale non è soggetta a prescrizione
La Corte di Cassazione viene chiamata nuovamente a pronunciarsi sulla natura dell’ordine di demolizione impartito dal Giudice penale e sulla correlata questione della assoggettabilità dello stesso a prescrizione. Pronunciandosi sul ricorso proposto dal Procuratore Generale presso il Tribunale di Napoli e in accoglimento dello stesso, ha annullato l’ordinanza con la quale il Giudice Monocratico presso lo stesso Tribunale aveva revocato tale ordine (sul rilievo che l’intervenuta prescrizione del reato contravvenzionale contestato nel capo d’imputazione aveva fatto venir meno tutti gli effetti riconducibili alla condanna, ivi compresa l’ingiunzione di demolizione), richiamando precedenti in materia della stessa Sezione e ribadendo, tra l’altro, la piena compatibilità dell’ordine così impartito con le norme CEDU.
A proposito di formule assolutorie
Ancora sull’utilizzo della giusta formula assolutoria, uno spunto ci viene recentemente offerto dalla Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi su fattispecie relativa ad omesso versamento I.V.A., sulla quale, come è noto, è intervenuto il legislatore, modificando, con l’art. 8 del D.Lgs. 24/09/2015 n. 158, l’art. 10 ter D.Lgs. n. 74 del 2000 nel senso di attribuire rilevanza penale, elevando il precedente limite, unicamente alle condotte di omesso versamento dell’imposta per un ammontare superiore ad euro 250.000,00 per ciascun periodo di imposta (modifica che, in quanto comportante una disposizione più favorevole rispetto alla precedente, si applica, ex art. 2, comma 4, cod. pen., anche ai fatti posti in essere antecedentemente). [Leggi di più…]
Stupefacenti, coltivazione e principio di offensività
La Corte di Cassazione, 6^ Sezione penale, con la sentenza n. 2618 depositata il 21 Gennaio 2016, ha affermato il principio secondo cui, ai fini della punibilità della coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, va accertata l’offensività della condotta in concreto, che sussiste quando la pianta ha un’effettiva ed attuale capacità drogante.
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Droghe leggere, pena rideterminata alla luce della sentenza n. 32 della Corte Cost.
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione vengono investite della questione, ritenuta di particolare importanza e complessità e sulla quale si sono registrate oscillazioni giurisprudenziali, relativa alla rideterminabilità in sede di esecuzione della pena applicata su richiesta delle parti per i delitti previsti dall’art. 73 D.P.R. n. 309 del 1990 in relazione alle droghe cc.dd. leggere con pronuncia divenuta irrevocabile prima della sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014 e, in caso di risposta affermativa, con quali concrete modalità. [Leggi di più…]