Sulla norma c.d. ammazza blog contenuta nel ddl intercettazioni ho già espresso la mia opinione con un articolo pubblicato su questo blog il 27 agosto 2009.
Ritenevo che solo i siti informatici aventi i requisiti tipici delle testate giornalistiche fossero assoggettabili all’obbligo di rettifica previsto dall’art. 8 della legge sulla stampa e che il legislatore, con la estensione della disciplina della rettifica ai siti suddetti avesse, semplicemente, inteso adeguare la norma alla mutata realtà, integrandola con un riferimento – sia pure generico, per quanto riguarda le pubblicazioni per via telematica – ai nuovi mezzi di comunicazione, ma senza alterare i margini di operatività della fattispecie.
In ogni caso, auspicavo una riformulazione della disposizione che valesse più chiaramente ed indubitabilmente ad escludere una indifferenziata applicabilità della norma a qualsiasi sito informatico.
Nel passaggio al Senato, è accaduto l’esatto opposto: dopo le parole: «siti informatici» sono state inserite le seguenti: «ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica».
La categoria dei siti informatici presa in considerazione dalla norma finisce in tal modo per essere decisamente ampliata, trasformandosi in contenitore all’interno del quale si collocano (anche) i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, ma che, astrattamente, è idoneo a comprendere ogni genere di pubblicazione per tale via. L’auspicio di limitare l’obbligo di rettifica ai soli giornali e periodici soggetti a registrazione è destinato ad infrangersi contro la chiara volontà contraria emergente dalla lettera del testo approvato: le espressioni adoperate (in particolare, la locuzione “ivi compresi”) non consentono forzature interpretative.
All’obbligo di rettifica saranno tenuti, se questa sarà la versione definitiva del ddl, anche i titolari di blog o pagine personali su internet, qualunque ne siano la natura e struttura nonché le modalità di utilizzo.
massimo coppa zenari dice
di per sè questo non sarebbe nemmeno un male, come non sarebbe male se si mettesse a punto un sistema per rendere obbligatoria l’identificabilità di chiunque tenga anche un semplice blog personale. Internet è diventato una cloaca proprio a causa dei tanti che ritengono di godere di una sorta di impunità, dal basso della quale provocano, insultano e calunniano altrui. Però ogni benevola interpretazione è destinata a cadere viste le finalità di questo governo: che non sembrano propriamente oneste.
Gioacchino Celotti dice
Vero anche che le “criticità” di questo ddl sono altre. Ma certe scelte, anche su aspetti apparentemente marginali, sono sintomatiche di una precisa volontà politica di “imbrigliare” oltre ogni ragionevole necessità.
Daniele Grosso dice
la burocratizzazione della rete contraddice l’essenza stessa di internet. Se il potere tenta di imbrigliarla è perché la teme.