La ripresa delle udienze presso la sezione distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli coincide quest’anno con una nuova e, se possibile, più allarmante minaccia di paralisi delle attività giudiziarie. I problemi atavici che affliggono la sede sembrano destinati a restare irrisolti, per mancanza di volontà o di risorse. Anzi, si acuiscono. La Giustizia sull’isola continua da anni ad essere amministrata in condizioni di quotidiana emergenza: aule fatiscenti, magistrati in numero insufficiente, cancellerie più che mai inadeguate. Avvocati, testimoni ed utenti tutti stipati in spazi angusti ed affollati: provetti acrobati da circo forense. Uno spettacolo indegno di un paese civile, del quale non dovremmo mai smettere di indignarci. Manifestazioni di protesta, astensioni collettive, quant’altro è stato tentato in anni di assenza o sostanziale indifferenza delle Istituzioni e dell’opinione pubblica, hanno prodotto (forse) l’effetto di respingere l’idea della definitiva sconfitta ed allontanare il rischio, tutt’altro che remoto, di una rassegnazione “normalizzante”. Nulla di più. Si dirà che la situazione è ovunque grave e che carenze ed inefficienze sono comuni a molte altre sezioni distaccate. Tipico argomento ottuso utilizzato dalla politica. Salvo poi dover ammettere che esiste un “caso Ischia”, essendo la Sezione Distaccata del Tribunale di Napoli (ma anche il Giudice di Pace di Ischia) tra gli uffici giudiziari più importanti in Italia per densità di popolazione e numero di giudizi pendenti, e riconoscere che le problematiche relative all’edilizia giudiziaria sull’isola costituiscono una vera e propria “emergenza nazionale”. Non serve ammettere o riconoscere ciò che è già evidente agli occhi di tutti. Occorre una svolta vera, dimostrata dai fatti. Prima che sia troppo tardi.
Info Gioacchino Celotti
Iscritto dal 2000 all'Albo degli Avvocati. Toga d'onore del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli. Lawyer in the land of no Justice.
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