L’esigenza di garantire la legalità costituzionale deve prevalere su quella di lasciare spazio alla discrezionalità del legislatore. E se la dichiarazione di incostituzionalità rischia di creare vuoti di disciplina che mettono in pericolo diritti fondamentali, la Corte costituzionale deve preoccuparsi di evitarli, ricavando dal sistema vigente i criteri di riempimento, in attesa dell’intervento del Parlamento. È quanto si legge nella sentenza n. 242 depositata oggi (relatore Franco Modugno) con cui la Corte costituzionale – decorso inutilmente il termine di circa un anno dato al Parlamento, con l’ordinanza n. 207/2018 per legiferare – spiega le motivazioni della decisione sul fine vita, anticipata con il comunicato stampa del 25 settembre 2019.
Disposizioni Anticipate di Trattamento: sì definitivo del Senato
Giovedì 14 dicembre l’Assemblea ha approvato in via definitiva, con 180 voti favorevoli, 71 contrari e sei astenuti il ddl n. 2801, in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento.
Come si legge nel comunicato di seduta del 6 dicembre, il ddl, che si compone di 8 articoli, disciplina il consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici, interviene in tema di terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita ed introduce l’istituto delle disposizioni anticipate di volontà in materia nonché lo strumento della pianificazione condivisa delle cure.