L’approvazione alla Camera, con il parere contrario del Governo, dell’emendamento Pini sulla responsabilità civile dei Magistrati ha suscitato polemiche che, di certo, saranno destinate ad acuirsi nei prossimi giorni, rendendo incerto l’esito del passaggio al Senato.
Non interessa qui valutare il merito della modifica normativa, ovvero le ragioni che ne costituiscono il fondamento e la giustificazione, né prendere posizione tra i contrapposti orientamenti che sono emersi dal dibattito, anche presso l’opinione pubblica.
Ciò che appare chiaro, e si vuole per il momento evidenziare, è che, se le intenzioni del proponente erano di ampliare i casi di responsabilità, introducendo inoltre, nel nostro ordinamento, una sorta di azione diretta e personale nei confronti dei singoli Magistrati, esse sono state espresse in termini tanto approssimativi e incerti [oltre che discutibili sul piano del rigore terminologico: può agire (…) contro il soggetto riconosciuto colpevole] da rendere il proposito stesso del tutto inattuabile.